Detenzione minorile e scuola
La protesta che si è svolta nell’istituto penitenziario di Airola in Campania fa riflettere sul ruolo delle carceri minorili, attualmente sono attivi in Italia 17 Istituti Penali e 12 Centri che operano sul territorio attraverso i Servizi Minorili della Giustizia (previsti dall’articolo 8 del decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 272) con funzioni di programmazione tecnica ed economica, controllo e verifica nei confronti dei Servizi minorili da essi dipendenti quali gli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni, gli Istituti penali per i minorenni, i Centri di Prima Accoglienza, le Comunità.
Ma qual’è la situazione dei minori nelle carceri?
Secondo il terzo rapporto “Ragazzi Fuori” di Antigone sugli Istituti Penali per Minori a cura di Susanna Marietti sono infatti solo 449 i ragazzi, dai 14 ai 25 anni, rinchiusi negli istituti penali. Di questi secondo il rapporto molti non hanno compiuto l’obbligo scolastico il rapporto cita (pag 26):
In effetti è difficile pensare che la riduzione o la privazione della libertà sia compatibile con la conservazione della dignità, lo Stato in tema di fomrazione scolastica al fine di sostenere il diritto allo studio dei detenuti minorenni, è intervenuto più volte anche recentemente (Nota MIUR del 28/07/2014 Protocollo d’Intesa tra MIUR e Ministero della Giustizia firmato il 23/10/2012 con validità di tre anni per un Programma speciale per l’istruzione e la formazione negli istituti penitenziari) , e numerose azioni significative ed esperienze concrete si sono sviluppate nelle diverse realtà degli istituti di pena in Italia con l’aiuto di associazioni e delle regioni, ma è sensato detenere pochi giovani non garantendo loro un completo percorso scolastico?
Il mondo della scuola ha affrontato recentemente con seminario Erasmus+ svoltosi a Napoli le difficoltà che l’amministrazione penitenziaria, i docenti, i volontari delle carceri devono superare ogni giorno per attuare percorsi di educazione e formazione in carcere nel rispetto dei diritti costituzionali all’istruzione (art. 34), al lavoro (art. 4), alla tutela della salute (art. 32), e al pieno sviluppo della persona (art. 3). Anche se il mondo della scuola è impegnato nel migliorare la formazione dei minori detenuti, ed ha affrontato recentemente la tematica con seminario Erasmus+ svoltosi a Napoli sulle difficoltà che l’amministrazione penitenziaria, i docenti, i volontari delle carceri devono superare ogni giorno per attuare percorsi di educazione e formazione in carcere nel rispetto dei diritti costituzionali all’istruzione (art. 34), al lavoro (art. 4), alla tutela della salute (art. 32), e al pieno sviluppo della persona (art. 3), è forse necessario iniziare a riflettere se le carceri minorili siano ancora luoghi adatti per la ri-educazione dei minori, considerando l’influenza dei detenuti maggiorenni nei confronti dei più giovani.
La lettera di un insegnante di un cacere minorile al Presidente Mattarella su Tecnica della scuola
Pompei FINAS: Le agitazioni nel carcere minorile di Airola sono un preoccupante segnale di legalità, Il carcere minorile è una formula rieducativa antiquata, necessario istituire percorsi di ri-integrazione alternativi che diano valore alla figura umana della persona.” Cosi dichiara in una nota il segretario nazionale Finas Pompei che prosegue: ” la legge 11 agosto 2014, n.117 va modificata quanto prima così da evitare l’influenza dei detenuti maggiorenni sui giovani, è tempo per iniziare a regionare su un indulto per i minori attualmente detenuti nelle carceri italiane”
Articolo: ” il trattamento rieducativo nell’ordinamento penitenziario” Polizia Penitenziaria N.241/2016
Finalità istituzionali dei Servizi minorili*:
- dare esecuzione ai provvedimenti penali dell’Autorità Giudiziaria Minorile;
- assistere il minore in ogni stato e grado del procedimento penale, offrendo allo stesso chiarificazioni rispetto alla vicenda giudiziaria;
- assicurare i rapporti con l’Autorità Giudiziaria, fornendo elementi di conoscenza dei minori, della loro situazione personale, familiare e sociale e su risorse, strutture e Servizi territoriali;
- garantire i diritti soggettivi dei minori: diritto alla salute ed alla crescita armonica, sia fisica che psicologica, diritto all’istruzione ed al lavoro, diritto alla socializzazione ed alle attività ludiche, diritto al mantenimento ed al potenziamento dei processi educativi in atto, diritto al mantenimento dei legami con le figure significative;
- predisporre un programma educativo individualizzato;
- attivare processi di responsabilizzazione e di promozione umana del minore;
- sostenere i minori e la famiglia durante tutto l’iter penale, attivando un processo di cambiamento che consenta lo sviluppo delle risorse personali e familiari, oltre che la conoscenza e l’utilizzazione di quelle istituzionali e comunitarie;
- attivare il sistema di reti strategiche con gli attori sociali, istituzionali e non, del territorio.
*tratto dal Sito Dipartimento giustizia minorile
Sito Dipartimento giustizia minorile
www.europeanrights.eu