Alternanza Scuola Lavoro

Alitalia quale futuro? La proposta di Pompei: affiancare il personale con studenti in alternanza scuola-lavoro per mantenere e migliorare l’erogazione dei servizi

“In questi tempi di incertezza sul futuro della compagnia di bandiera, dove la parola cessione si aggira come uno spettro, per mantenere le rotte, i servizi ed evitare l’aumento dei costi di gestione si potrebbe affiancare a parte del personale di terra,  studenti in alternanza scuola-lavoro degli indirizzi aereonautico, alberghiero, ed istituto tecnico economico.” Questa la proposta del Presidente nazionale Future Is Now Pompei che dichiara: “ Alcune importanti compagnie nazionali di trasporti come ad esempio Grandi Navi Veloci hanno già attuato queste formule con successo, incrementando servizi di bordo e fornendo una formazione sul campo agli studenti. Questa soluzione potrebbe rilevarsi utile garantendo però future assunzioni agli studenti coinvolti con sgravi fiscali ad hoc, inoltre parte del personale potrebbe svolgere attività di tutoraggio così da garantire una continuità con l’attività svolta nella compagnia che non va vendutaa Lufthansa o a un altro straniero, abbiamo sguarnito sempre di più la politica industriale italiana, nel merito concordo con le dichiarazioni espresse nei giorni scorsi da parte dell’ex commissario Fantozzi”

Questa l’idea di Pompei che intende presentare una proposta al Ministero dello Sviluppo economico ed la dicastero dell’Istruzione, ovviamente con un nuovo esecutivo pronto all’ascolto.

La compagnia:

Alitalia – Aerolinee Internazionali Italiane società per azioni fondata il 16 settembre 1946 con capitali privati, è una compagnia di grandi traguardi e successi, conosciuta in tutto il mondo ha trasportato campioni, capi religiosi e di stato, tenori, emigranti italiani e team di nazionali sportive in ogni dove. Una compagnia di primati, basti pensare che il 38.7% dei passeggeri di voli internazionali trasportati nel 1993 sono su vettori Alitalia e sempre nello stesso anno è la terza compagnia aerea europea dopo Lufthansa e British Airways.

Nel 1995 ha trasportato il 50% degli italiani, 40 ore al mese la media delle ore in volo dei piloti Alitalia, circa 5 giorni di lavoro ogni trenta, dieci anni dopo nel 2005 i piloti Alitalia volavano 580 ore a testa (90 minuti al giorno), con uno stipendio (basandosi su 10 anni di anzianità) di 10250€ lordi al mese. Nel 2004 l’Alitalia aveva 21.294 dipendenti e una flotta di 157 aerei, con la maggioranza del pacchetto azionario in mano allo Stato (circa il 62%), dopo il Piano industriale 2005-2008″ a guida Cimoli (l’ex A.d. Cimoli uscì con una liquidazione di 2,8 milioni di euro, al momento condannato dal tribunale di Roma a 8 anni e 8 mesi di carcere per bancarotta per dissipazione https://www.corriere.it/economia/18_aprile_19/anche-caso-alitalia-pagare-sono-grand-commis-64831be0-43cb-11e8-8c6c-5ab8ac5380d3.shtml) quindi nel 2006 il governo Prodi decide di cedere la compagnia, vendendo il 30,1% senza successo .Così tra debiti, perdite e cambi di direzione si decide di rilanciare la  compagnia nel 2008 con Compagnia Aerea Italiana S.r.l CAI e poi  – Compagnia Aerea Italiana S.p.A. con la famosa cordata di imprenditori italiani pronti a salvare la compagnia di bandiera pur non di non farla cadere in mani francesi il governo stanziò 800 milioni sostanzialmente a fondo perduto per partire con la nuova Az a guida Colaninno. Mentre la bad company  gestita dal commissario liquidatore Fantozzi si accolla i 4 miliardi di debiti, peccato che dal gennaio 2009, quando la compagnia ha ripreso l’operatività, al 2013 il vettore ha perso circa 1 miliardo di euro (fonte http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/08/alitalia-patrioti-di-b-dal-trionfo-al-fallimento-stato-pronto-a-pagare-ancora/720499/) senza considerare il taglio delle spese e del personale di terra.

Nonostante l’arrivo dell’ennesima compagnia straniera (cui nessuno ha manifestato in nome dell’italianità) nel 2014 nasce Alitalia – Società Aerea Italiana S.p.A. a guida Montezemolo con Etihad. La compagnia degli Emirati Arabi sottoscrive l’aumento di capitale da 387,5 milioni di euro con cui acquisisce il 49% della compagnia ribattezzata Alitalia Sai operativa primo gennaio 2015. Il restante 51% della società posseduto dalla vecchia Cai delle banche e da imprenditori della famosa cordata del 2008 con una MidCo, che ha conferito le attività e le passività per la continuazione dell’operatività della compagnia aerea.

Quindi si parte con nuove rotte, nuove divise, nuove macchine e vettori. Ma a luglio 2016 Montezemolo dichiara: “Alitalia perde 500mila euro al giorno”

(http://www.repubblica.it/economia/finanza/2016/07/06/news/alitalia_perdite-143545780/)

Ad oggi il risultato è il rischio di esuberi, taglio degli stipendi in media del 31%, messa a terra di 20 aerei di breve e medio raggio della famiglia Airbus 320,  (http://www.imolaoggi.it/2017/03/05/alitalia-si-profilano-2000-esuberi-e-taglio-degli-stipendi-del-31/) perdite per 1 mln di euro al giorno nel 2017, un referendum dei lavoratori della compagnia cui il risultato è alle cronache e lo spettro cessione che continua ad aleggiare nell’aria con una “Relazione sulla cause di insolvenza” ricca di omissis, di difficile comprensione pertanto sull’insolvenza e qu quali fattori ne sono la causa  (https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/alitalia-e-riuscita-nel-paradosso-fallire-per-il-crollo-del-petrolio/)

 

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