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60 ANNI DAI TRATTATI DI ROMA: QUALE EUROPA VOGLIAMO?

Sessant’anni dalla firma dei trattati di Roma, un grande traguardo sentito sul piano politico e storico-sociale, ma quale Europa ci aspetta per i prossimi sessanta  (anni, e se ci arriviamo uniti)?

Dopo le crisi finanziarie che hanno duramente colpito il vecchio continente ed i paesi dell’Unione,  è arrivato il problema dei migranti ed infine Brexit, con il suo venti anti euro che vede numerosi portabandiera dalla Francia di Le Penn all’Italia degli euroscettici. A Roma quest’oggi si è cercato di fare un punto tra i leader dei vari paesi dimostrando come ” l’unione fa la forza” , e la dimostrazione è arrivata anche dall numerose manifestazioni a favore dell’Europa, una tra le quali anche a Londra capitale della Brexit. I diktat rigoristi di Bruxelles e le imposizioni economiche non sembrano aver prodotto i risultati sperati e cosi ci troviamo di fronte ad un rischio di schianto dell’Europa, occorre quindi ricostruire dalla fondamenta un nuovo patto, ed oggi questo è il messaggio lanciato anche dal Premier italiano Gentiloni.

Tutti i paesi danno molte risorse, ma non tutte ritornano equamente, c’è il problema del rigore di bilancio cui Renzi tentò timidamente di alzare la voce, manca il   grande piano per la ricerca e l’innovazione europea,  e non esistono una cultura comunitaria identitaria ed un esercito comune.  Poi il grande problema dell’accoglienza dei migranti, la politica delle frontiere europee disunita tra muri ed operazioni di soccorso in mare,  servono strumenti giuridici e legislativi nuovi per andare avanti evitando che mediante il veto di alcuni paesi non si possano fare scelte per il futuro dell’unione in tema di immigrazione.

Uscire dall’Europa oggi è utopistico, senza l’euro ci sarebbe un crollo del sistema economico-sociale del paese, delle tutele e del mercato unico. L’Italia è un paese che vive di export prevalentemente da piccole e medie imprese, ma il “Made in” non è sufficientemente tutelato,

Grazie all’Europa unita possiamo viaggiare con un unico documento in tutti i paesi anche grazie alle reti ferroviarie comuni ad alta velocità, usare una sola moneta, scambiare e comprare merci senza pagare dazi doganali, studiare ususfruendo dell’Erasmus,  telefonare da reti mobili con costi unificati, insomma per le nuove generazioni tornare indietro è praticamente impossibile e forse per tutti noi abituati a vivere dentro una grande unione di paesi, da migliorare il prima possibile per un equo rispetto dei suoi abitanti.

Quale Europa vogliamo noi giovani? Scrivilo inviando una mail a:  associazionefutureisnow@gmail.com

 

Filippo Pompei Segretario Nazionale

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